Fondazione Libero e Zora Polojaz

SEDE: Trieste, Bosnia, Croazia.

 

OGGETTO:

Andrea Braun e Vlasta Polojaz sono state tra i soci fondatori della Fondazione non profit Libero e Zora Polojaz, fondata a Trieste nel 2006 con decreto prefettizio, attualmente iscritta tra gli enti del Terzo settore (ETS). 

Assieme a Paolo Fonda fanno parte del Comitato Scientifico della Fondazione, che si avvale del parere anche di altri membri. Presidente della Fondazione è Vlasta Polojaz.

Logo Fondazione Libero e Zora Polojaz

Tra gli scopi della Fondazione vi sono l’incremento e il sostegno del benessere psico-fisico delle diverse etnie presenti nella regione Friuli Venezia Giulia, che si costruisce sulla conoscenza e sul rispetto reciproco tra i diversi gruppi etnici e coinvolge solitamente anche le vicine nazioni. Quelle dell’area balcanica sono state esposte negli ultimi decenni a importanti cambiamenti politico-sociali, accompagnati da cruenti scontri bellici protrattisi per anni. Per alleviare una situazione che incide anche sulle generazioni a venire, la Fondazione ha usato sia le risorse ambientali che sociali disponibili al fine di evidenziare e promuovere gli opportuni scambi culturali e scientifici.

In questo vasto progetto la psicoanalisi ha svolto un ruolo importante. La Fondazione si è quindi impegnata in diverse attività attinenti alla psicoanalisi delle quali sono stati promotori e responsabili gli psicoanalisti membri del Comitato Scientifico (Braun, Fonda, Polojaz).

 

1. elargendo borse di studio triennali (2006-2008) ai candidati del Croatian Provisional Study Group, riconosciuto dall’IPA, per sostenere parte della loro formazione fatta all’estero attraverso le supervisioni.

 

2. progettando e finanziando una formazione continua in favore dei colleghi croati, che prevedeva un week-end con relazioni plenarie e discussioni in gruppo di materiale clinico. A questi seminari, svoltisi in lingua inglese a Zagabria solitamente due volte all’anno, incominciati nel 2007 e terminati nel 2016, hanno generosamente partecipato -solitamente in coppia- colleghi della SPI presentando pregevoli relazioni e conducendo gruppi di discussione di materiale clinico portato dai partecipanti croati. La Fondazione ha coperto le spese di trasferta e di soggiorno dei relatori, che partecipavano gratuitamente.

Li ricordiamo con particolare gratitudine: M.T. Palladino e C. Saottini; M. Ponsi e B. Guerrini Degl’Innocenti; A. Braun e V. Polojaz; e B. Guerrini Degl’Innocenti; Anna Ferruta; M. Rossi Monti; A. Sessarego.

 

3. in accordo con il PIEE (Psychoanalytic Institute for Eastern Europe), la Fondazione ha promosso un analogo progetto a sostegno della formazione di psicoterapeuti in training psicoanalitico in Ucraina, partito nel 2007. 

Vi hanno partecipato A. Braun e V. Polojaz; Ronny Jaffé; G. De Giorgio e S. Vecchio; M. Badoni e P. Molone. Dopo un lungo intervallo, dovuto a difficili situazioni politico-economiche locali, il progetto è stato concluso nel 2017 da L. Zanin e C. Cattelan.

 

4. la Fondazione, valutando il ruolo fondamentale che la conoscenza e i contatti sia culturali che scientifici svolgono tra le diverse società psicoanalitiche, ha organizzato a partire dal 2014 tre meeting internazionali con lo scopo di incoraggiare gli scambi sia tra i soci appartenenti principalmente all’area balcanica che con i paesi limitrofi, soprattutto italiani, austriaci e ungheresi. 

Il primo è stato a Trieste nella sede e in collaborazione con il Museo Revoltella. I due relatori principali erano C. Walker e G. Foresti, le cui relazioni sono state discusse sia in riunione plenaria sia in piccoli gruppi e riprese successivamente in un’altra plenaria. La partecipazione al convegno, svoltosi in lingua inglese, era gratuita. All’iniziativa hanno aderito oltre settanta persone, delle quali un terzo circa era ospite della Fondazione.

 

REFERENTE:  Vlasta Polojaz 

vlastapolojaz@libero.it 

 

ATTIVITA’ SVOLTE CON IL PATROCINIO DEL CENTRO VENETO DI PSICOANALISI

2014

Polojaz

Nell’ottobre 2016 è stato organizzato un convegno a Sarajevo, a cura dei colleghi bosniaci, a quel tempo candidati della Società Psicoanalitica Croata (Hrvatsko Psihoanalitičko Društvo). Essi desideravano incrementare da parte degli operatori della salute mentale la conoscenza e l’uso della psicoanalisi, già presente nel passato, ma indirizzata quasi esclusivamente ai gruppi.

La relatrice principale è stata Anna Nicolò. Il convegno, finanziato dalla Fondazione, ha seguito lo stesso schema di quello triestino. Si è però svolto in lingua inglese e in parte, soprattutto nei gruppi di discussione, in croato e in bosniaco, due lingue vicine, per cui comprensibili alla maggior parte dei partecipanti. Nei gruppi, dove gli operatori locali hanno dato un grande apporto clinico, si è reso particolarmente evidente il notevole livello di sofferenza mentale della popolazione.

2016

Da qui è nato un progetto di collaborazione tra la Fondazione e la Società Psicoanalitica Croata (Hrvatsko Psihoanalitičko Društvo), che ha coinvolto i candidati bosniaci. Essi hanno costituito a Sarajevo un’Associazione per lo sviluppo della psicoanalisi in BiH (Udruženje za razvoj psihoanalize u Bosni i Hercegovini), che ha avuto il compito di organizzare degli incontri sul tema “Susret i slušanje” (Incontro e ascolto). 

2017

I seminari, indirizzati alla formazione dei giovani psicoterapeuti bosniaci, si sono tenuti all’ospedale psichiatrico di Sarajevo nel 2017-2018. 

Anche in quest’esperienza, finanziata dalla Fondazione e progettata assieme ai colleghi croati, si è seguito lo stesso modello usato nel passato. I colleghi E.Klain e D. Josić; G. Babić e S. Borovječki; S. Matačić e O. Filipović; hanno di volta in volta presentato delle relazioni che sono state poi riprese in gruppo stimolando l’apporto di vignette cliniche e fertili discussioni da parte dei partecipanti. Dopo ognuno di questi seminari P. Fonda e V. Polojaz incontravano poi a Zagabria i colleghi croati per valutare assieme ed eventualmente apportare dei cambiamenti metodologici. Un ulteriore, importante passaggio, vista l’estrema delicatezza della situazione, era poi, al rientro in Italia, relazionarne e discuterne con Andrea Braun. Usando un’altra lingua – italiano- ed un’altra ambientazione, nemmeno indirettamente coinvolta nella guerra, si poteva contare su un minore invischiamento emotivo! 

2018

Lo stesso titolo dato ai seminari di Sarajevo (Susret i slušanje, Encounter and Listening, Incontro e ascolto) è stato ripreso nel convegno del 2018 proprio per sottolineare i due aspetti terapeutici che sono essenziali nel lavoro psicoanalitico. La sede, il Narodni dom, è un edificio storico di Trieste. Il convegno ha seguito il modello già rodato con due relazioni principali tenute da A. Stufkens e S. Bolognini, ma i colleghi croati e bosniaci hanno presentato e discusso il progetto di Sarajevo. 

Al convegno hanno partecipato oltre centoventi persone (la Fondazione ha ospitato un quarto dei presenti), provenienti da 12 paesi europei, dei quali molti giovani in formazione.

2022

Guerra Locandina

Sabato 1 Ottobre 2022 si è svolto nella sede e in collaborazione con il CVP un convegno riguardo a come e quanto l’esperienza della guerra in atto in Ucraina possa venire elaborata attraverso una riflessione psicoanalitica. Proseguendo nella modalità seguita nei precedenti convegni organizzati dalla Fondazione, la partecipazione era gratuita. La lingua ufficiale era l’inglese, ma con una traduzione italiana quasi simultanea in modo da facilitare la presenza attiva dei colleghi italiani. Così, al mattino in molti hanno potuto seguire e intervenire per via telematica grazie al collegamento assicurato dalla SPI che è stata anche sponsor ufficiale del convegno.

Come si può osservare dal programma, la giornata è stata molto intensa con la partecipazione attiva di due colleghi ucraini, A. Mirza, che è presidente della Ucrainian Provisional Society ma attualmente rifugiata in un altro paese europeo, e I. Romanov, collegato da Kijev per via telematica nel corso di tutto il convegno. Oltre a questi due psicoanalisti, altri due (M. Dobranić di Sarajevo e S. Matačić di Zagabria), membri della Società Psicoanalitica Croata, hanno portato le loro esperienze cliniche e le riflessioni personali riguardanti la guerra balcanica, avvenuta negli anni ’90, e di come esse si siano modificate nel periodo post-bellico. I relatori del CVP hanno avuto invece il compito di proporre dei contributi più teorici, vista la loro fortuna di non aver vissuto direttamente un’esperienza di guerra.

I gruppi di discussione hanno dato ai partecipanti –sloveni, croati, bosniaci, ungheresi oltre che italiani- la possibilità di esprimere ed approfondire aspetti angoscianti legati alla distruttività e alla distruzione umana.     

 

Qui Il link al programma completo

Qui il link al report su Spiweb

Qui il link al numero monografico del Knotgarden dedicato alla Guerra

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