Sezione Locale della Società Psicoanalitica Italiana
Presentato da Ilaria Binotto
Autore: Fred Busch
Titolo: Ripensare la tecnica clinica
Editore: Franco Angeli
Collana: Psicoanalisi contemporanea: sviluppi e prospettive
Anno pubblicazione: 2003
Numero pagine: 143
Quarta di copertina:
È questa un’epoca di grande fermento professionale ed intellettuale nel campo della psicoanalisi e della psicoterapia. Le barriere fra gruppi professionali, rafforzate da decenni di elitarismo e diffidenza reciproca, iniziano a sgretolarsi, e si osserva un’apertura crescente verso nuove idee. Tuttavia mentre i campi clinici parlano con sempre maggior franchezza di ciò che succede realmente nella seduta analitica, il collegamento, cronicamente confuso, fra teoria e tecnica è diventato persino più incerto.
Quanto è chiaro il nostro modo di pensare la tecnica clinica in questa nuova era di fluidità e cambiamento? Fred Busch affronta questa questione cruciale in modo diretto e presenta un approccio alla tecnica clinica basato su quegli assunti condivisi che riguardano gli aspetti del lavoro terapeutico che aiutano gli individui a cambiare. Con esempi clinici dettagliati l’autore ci mostra quanto e come intervenire per favorire una maggior autonomia dei pazienti d’un potenziamento delle loro capacità autoriflessive.
Il suo metodo può essere integrato nella sua pratica clinica quale che sia l’orientamento concettuale o il livello di esperienza emergente nella seduta analitica, sostenendo che anche negli Stati Uniti, in cui si ritiene che la psicologia dell’Io costituisse la prospettiva teorica prevalente, non vi sia mai stata una tecnica clinica pienamente sviluppata, fondata su questo metodo.
Biografia dell’autore:
Fred Busch, Ph.D. è analista di training e supervisore dell’Istituto Psicoanalitico del New England (PINE), e membro del Comitato di insegnamento dell’Istituto Psicoanalitico di Boston. Nel campo della letteratura psicoanalitica, ha pubblicato oltre quaranta contributi, tra articoli e capitoli di libri. È autore di volume precedente, The Ego at the center of Clinical Technique (1995). È Editor dei “JAPA Books”, la serie di volumi psicoanalitici del del Journal of the American Psychoanalytical Association, ed è membro del Comitato Editoriale dell’International Journal of Psychoanalysis.
Recensione:
Il nucleo centrale di questo testo si basa sulla premessa che le paure inconsce sono una componente importante, ma a lungo trascurata, di ciò che spinge a richiedere un aiuto terapeutico. Tali paure portano a cospicue limitazioni nel modo di pensare, sentire, conoscere o agire dell’individuo.
Da qui parte l’autore per esplorare due aspetti fondamentali della tecnica psicoanalitica.
Il primo riguarda i metodi che si utilizzano, atti a favorire, oppure ad ostacolare, la capacità del paziente di una maggiore recettività verso una libertà della mente.
Il secondo affronta un metodo di interpretazione, profondamente significativo per i pazienti, che tiene conto al contempo di ciò che per loro è più conoscibile.
Busch definisce questo modo di interpretare come lavorare in prossimità (Freud, 1910) di ciò di cui il paziente può essere consapevole. “Se si volesse classificare il mio metodo di lavoro, suggerirei che potrebbe essere definito come una psicologia dell’Io che non è mai esistita” (pag. 7), afferma Busch. Egli è consapevole che molti analisti europei hanno aderito a prospettive opposte, tuttavia ha percepito una forte sintonia con i colleghi italiani, in particolare riconosce l’impegno di Vincenzo Bonaminio.
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