Sezione Locale della Società Psicoanalitica Italiana
a cura di Ambra Cusin e Giuseppe Leo
Titolo: “Psicoanalisi In Terra Santa”
Autore: Ambra Cusin
Coautore: Giuseppe Leo (Curatore)
Contributi: Henry Abramovitch, Nader Akkad (Note), Ambra Cusin, Marwan Dwairy, Ajalà Lotem, Mohammad Mansur, Anna Sabatini Scalmati (Prefazione), Christoph U. Schminck-Gustavus (Postfazione), Maria Patrizia Salatiello
Editore: Frenis Zero
Collana: Id-Entità Mediterranee
Anno Pubblicazione: 2017
Pagine: 170
Per scrivere questo libro, dalla prima idea maturata in Ambra Cusin nel gennaio 2015, subito dopo il suo viaggio con un gruppo di scout adulti in Terra Santa, sono passati due anni. Parlare di psicoanalisi in una “Terra Santa”/ ”Terra Martoriata” mette gli psicoanalisti, oltre che in contatto con i traumi da guerra (come nel caso di Maria Patrizia Salatiello che in questo libro parla del suo lavoro coi bambini di Gaza), anche nella posizione di chiedersi se in un contesto in cui sembra utopico il dialogo tra israeliani e palestinesi, anche la psicoanalisi rischi di diventare appannaggio solo di una parte (quella ebraica israeliana) essendovi l’altra (quella palestinese) esclusa. A tale rischio rispondono con impeccabile acume scientifico sia Henry Abramovitch che Marwan Dwairy. Abramovitch discute una seduta da lui condotta con un paziente palestinese proprio nel Giorno della Memoria di Israele, “nell’ora in cui in tutta Israele per due minuti suona la sirena della rimemorizzazione, (…). Quando la sirena perfora i muri di norma neutri della stanza di terapia, l’analista al lavoro con un paziente palestinese vive momenti di intensa disgiunzione. La sirena calamita l’analista nel dramma della Shoah, il palestinese in quello della “Nakba”. Il paziente sperimenta accanto a sé l’usurpatore, l’analista il nemico. Ognuno è separato e separante, escluso ed escludente, incompreso e impossibilitato a comprendere l’Altro” (Sabatini Scalmati nella Prefazione). Marwan Dwairy “presenta due modelli di intervento terapeutico per avvicinare pazienti il cui processo di soggettivizzazione si è formato all’interno di culture familiari e sociali diverse da quelle del paese dove vivono” (Prefazione di Sabatini Scalmati). Il libro presenta inoltre due interviste fatte da Ambra Cusin ad Ajalà Lotem (nata in Israele e figlia di ebrei italiani) e a Mohammad Mansur (psicoterapeuta palestinese formatosi in Italia). Il libro si chiude con la postfazione dello storico tedesco Christoph Schminck-Gustavus e con delle note di Nader Akkad esplicative di lemmi connessi alla cultura araba.
Ambra Cusin, psicologa e psicoterapeuta, psicoanalista membro della Società Psicoanalitica Italiana e dell’International Psychoanalytical Association, membro didatta dell’Istituto Italiano di Psicoanalisi di Gruppo. Vive e lavora a Trieste.
Giuseppe Leo, psichiatra e psicoterapeuta presso il Dipartimento di Salute Mentale dell’ASL di Brindisi. Fondatore delle Edizioni psicoanalitiche Frenis Zero. Vive a Lecce.
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