Sezione Locale della Società Psicoanalitica Italiana
Commento di Silvia Mondini
Présence: videoistallazione di Wim Wenders (Multisala Rossini, Venezia, 22 e 23 aprile)
sull’opera di Claudine Drai (Palazzo Franchetti, Venice 22 April – 15 May 2022).
Presentato in anteprima mondiale a Venezia (22 e 23 aprile 2022 presso La Multisala Rossini) “Présence” è un piccolo/grande gioiello di arte e cinematografia.
Realizzato da Wim Wenders in collaborazione con Palazzo Grassi – Punta della Dogana – Pinault Collection, il film, nasce dall’incontro tra la poetica del regista tedesco e l’arte eterea di Claudine Drai le cui opere sono esposte a Palazzo Franchetti fino al 15 maggio.
Artista dell’inafferrabile, Claudine Drai, con i suoi manufatti di carta e seta esplora l’universo rappresentativo tentando di integrarvi l’olfatto, plasma il bianco immacolato e dà vita a creature che esulano da qualsiasi nozione di spazio/tempo. Creature al confine tra palpabile e impalpabile, anime, angeli, presenze/assenze che si pongono l’una accanto all’altra come le parole di un poeta che a loro affida i pensieri più profondi. Entrare nel suo mondo significa lasciarsi avvolgere dal bianco e dal velo di mistero che si addensa nella leggerezza delle sue opere.
“Attraverso il profumo ho sentito l’abisso (…) La sensazione di abisso, l’ho messa altrove, in un gesto di carta”
“La memoria lascia una traccia bianca sulle parole del presente. La coscienza ne riprende i frammenti e li trasforma in questi gesti di carta”
“La memoria disturba lo sguardo”
Wenders, affascinato dalle sue opere, ha voluto incontrarla, visitare il suo atelier, entrare in contatto con il suo gesto; un gesto ad occhi chiusi che elimina la percezione esterna, un gesto che nel suo farsi necessita del bianco; un gesto, infine, che trasforma un foglio di carta di seta in quella figura tridimensionale che il regista ha voluto (e saputo) omaggiare con l’uso del 3D.
“Il dialogo tra noi – racconta Claudine Drai al termine della proiezione – è iniziato ancor prima dell’incontro reale. Quando Wim è venuto a trovarmi nel mio atelier ci siamo riconosciuti e il legame si è manifestato come un’evidenza”.
Un legame profondo da cui ha preso forma tra il 2020 e il 2021 questa magica narrazione visiva; 38 imperdibili minuti in 3D che ci immergono nell’avventura del processo creativo. Un’avventura che Wenders esplora ormai da tempo – ricordiamo i suoi “ritratti” dedicati alla musica (Buena Vista Social Club, 1999), alla danza (Pina, 2011), alla fotografia (Il sale della terra, 2014) – ma che in Présence diviene esperienza “tattile” e commovente. Immagini, musiche, carrellate, rumori (quello della carta tra le mani, ad esempio) che ci vengono incontro sino a condurci davvero in quel luogo – fisico e metafisico – in cui si “verificano l’incontro e il rispecchiamento di due forze” e “l’abbraccio di due arti, sapienze e storie” (Wenders, 2014).
Quel luogo, fisico e metafisico, che grazie alla contaminazione tra saperi diversi (cinema, arti plastiche, tecnologia) ci offre a propria insaputa e attraverso i gesti e le parole della stessa Claudine Drai una rappresentazione avvolgente e in presa diretta della possibile valenza strutturante del “lavoro del negativo” (Green, 1993): la cancellazione della percezione ingombrante (o, meglio, la sua messa in latenza) e la possibilità di utilizzare “lo spazio bianco”, la “struttura inquadrante” per simbolizzare e dar forma al altre figure. Ma anche un luogo in cui il la dimensione avvolgente del 3D consente di domandarci “se e come” cambierà la percezione dei nostri spazi psichici e dei limiti che li definiscono allorquando la realtà aumentata entrerà nel nostro presente.
Un vero peccato che il film possa essere visibile in futuro solo all’interno di collezioni museali o private.
Bibliografia
Green A. (1993). Il lavoro del negativo. Borla, Roma, 1996.
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