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81ª Mostra d’arte cinematografica di Venezia -2024

NONOSTANTE di Valerio Mastandrea

di Elisabetta Marchiori

Titolo: “Nonostante”, in Concorso sezione Orizzonti

Dati sul film: regia di Valerio Mastandrea, Italia, 2024, 93′

Genere: commedia, drammatico

Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=tOmQWjmwMOY

Il primo film della 81esima Mostra D’Arte Cinematografica di Venezia su cui mi sono imbattuta è stato “Nonostante” di Valerio Mastandrea, in concorso nella Sezione Orizzonti, alle nove del mattino in un Palabiennale semivuoto. Ci sono andata pensando “mal che vada, esco”: questo lo faccio raramente, ma ho imparato che posso permettermelo.

Ero assonnata e accaldata, ma guardando la prima scena, quando il protagonista, lo stesso Mastandrea, in camicia e completo scuro, saluta due amici con cui sta chiacchierando seduto su un muretto fuori da un ospedale dicendo “abbiamo visite”, e raggiunge la sua stanza in modo piuttosto rocambolesco, per poi sedersi al capezzale di se stesso in coma, qualcosa si è mosso dentro di me. Non solo non sono uscita, ma mi sono fatta trasportare in una sorta di atmosfera fiabesca.

Insieme al protagonista, in quel reparto, si aggirano altre “anime in pena”, chiacchierando, ascoltando i discorsi dei parenti o dei conoscenti venuti a trovarli, in attesa che si compia il loro destino: essere travolti dal vento che li porterà nell’aldilà — da cui ogni tanto sono travolti, ma resistono — o risvegliarsi e tornare di qua, tra i vivi. Sono lì in questo limbo, in questo tempo fermo, sospeso, quando una giovane donna (Dolores Fonzi) va ad occupare la stanza del protagonista. Lui prima si arrabbia, perché ci era affezionato —- dice — lì dentro erano successe tante cose…poi però è affascinato dalla nuova arrivata ed ecco che si innamorano. Qui ho avuto un attimo di cedimento, lo confesso…

Dichiara Mastandrea in tutte le interviste che si trovano sul web che l’idea era proprio quella di raccontare una storia d’amore in un “contesto originale”. E lo è davvero originale quello di un reparto di rianimazione, ma anche parecchio rischioso da gestire, per la complessità delle implicazioni medico-scientifiche ed etiche che comporta. Mastandrea le ha aggirate spostando tutta la narrazione su un registro metaforico, con la completa mancanza di elementi di realtà oggettiva. Ha dichiarato che, dopo essersi consultato con autorevoli esperti nel campo, non poteva affrontarla.

Quindi, con uno stile scanzonato e un po’ infantile, questo film inafferrabile e apparentemente leggero come una nuvola, pieno di ingenuità, a tratti patetico e a tratti commovente, si accosta, con il pretesto della storia d’amore, a temi pesanti e delicati. Sfiora la vita e la morte, il distacco e la perdita, la difficoltà a comprendere quegli stati di alterazione della coscienza che rompono i legami e interrompono la possibilità di riconoscere e ricordare, quanto possano contare la determinazione a non arrendersi a un destino che sembra già scritto e, ultimo ma fondamentale, il ruolo di Eros nella spinta ad esistere. Lo spettatore rimane libero alla possibilità di coglierli e farsene toccare, di condividere o meno quello che offre.

Si tratta di un film estremamente personale che il regista e attore dedica al padre, il quale compare in una scena, seduto di fronte al mare, indicato dal protagonista da lontano: voleva tanto farlo conoscere alla sua amata e lo vuole far conoscere agli spettatori.

Credo sia proprio qui, la chiave del film, il cui titolo rimanda a quanto scritto mentre si trovava in sanatorio dal poeta Angelo Maria Ripellino: “L’avverbio si fa sostantivo, a indicare noi tutti che, contrassegnati da un numero, sbilenchi, gualciti, piegati da raffiche, opponevamo la nostra caparbietà all’insolenza del male”.

Mastandrea si sente un ‘nonostante’: “Come le tante persone che possono essere attraversate da un sentimento enorme e non sono rimaste ferme ad aspettare”[1].

 

[1] https://www.corriere.it/spettacoli/mostra-cinema-venezia/24_agosto_28/valerio-mastandrea-nonostante-il-mio-film-d-amore-dedicato-a-chi-trova-la-forza-di-rischiare-94acc56e-9f3b-42e0-992d-18fe6333exlk.shtml

Elisabetta Marchiori, Padova

Centro Veneto di Psicoanalisi

lisbeth.marchiori@gmail.com

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