Sezione Locale della Società Psicoanalitica Italiana
Di questo intervento pubblichiamo la versione preparata per il convegno e quindi è priva dei riferimenti bibliografici.
di Oleksandra Mirza
(Kiev), Presidentessa della Società Ucraina di Psicoanalisi.
Cari colleghi, cari membri della Società Psicoanalitica Italiana,
Vi ringrazio per l’invito al convegno e per l’organizzazione di un evento così importante, che richiama l’attenzione della comunità professionale su un tema essenziale come “Il pensiero psicoanalitico e l’esperienza di guerra”.
Per più di 6 mesi, il tema della guerra non ha lasciato i titoli dei giornali e non è uscito dalla testa di tutti i rappresentanti del mondo civile. Pensavamo che ai nostri giorni fosse impossibile l’esistenza di una psicologia di conquista così primitiva, basata su violenza, bruta volontà di sottomissione e spudorata razzia. E invece esiste.
La guerra persevera nelle sue manifestazioni più selvagge e continua su tutti i fronti: territoriale, economico, informativo.
Ecco perché i nostri incontri e le nostre discussioni hanno una grande importanza. Dobbiamo resistere ai continui e massicci attacchi di notizie della propaganda russa, per opporvi un pensiero reale, una comprensione di ciò che sta accadendo e un atteggiamento critico nei suoi confronti.
La propaganda è contagiosa come un virus appiccicoso. Coinvolge gli istinti di base attraverso immagini e parole cariche di emozioni. Giorno dopo giorno, anno dopo anno, decennio dopo decennio, la propaganda russa ha influenzato le menti delle persone, assopendo la vigilanza con dolci promesse di “giustizia” – la restituzione di ciò che si era perduto (territori, ex grandezza, potere, ecc.).
Questo ha portato al fatto che la stragrande maggioranza della popolazione russa sostiene il regime totalitario, le politiche di Putin e questa guerra brutale. In più, il basso tenore di vita dei russi nelle province e la mancanza di prospettive, la percezione distorta della realtà, il modo limitato di pensare, li spinge a cercare il senso della vita – o semplicemente a fare soldi – nell’esercito.
Esempi del lavoro della propaganda russa sono chiaramente visibili nei territori delle autoproclamate Repubbliche Popolari di Doneck e Luhansk (territori occupati dai russi nel Donbass ucraino e nella regione di Luhansk). Dopo 8 anni di dominio e nella totale assenza di notizie ucraine in TV, i russi sono riusciti a creare nella popolazione un’immagine completamente capovolta, una realtà parallela, dove l’Ucraina, e non la Russia, sta bombardando il Donbass ed è la colpevole dei loro problemi.
Naturalmente, i semi della propaganda russa sono caduti su un terreno fertile. Per molti anni nella storia della moderna Ucraina indipendente, questi territori sono stati sottofinanziati e “trascurati” in termini di sviluppo della cultura e della scienza. Una triste battuta della Società Psicoanalitica Ucraina (UPS) dice che le uniche grandi regioni dell’Ucraina in cui non si è sviluppata la psicoanalisi IPA sono state Donetsk, Luhansk e la Crimea. E nel 2014 ne abbiamo visto il risultato.
Per parafrasare un noto proverbio, che originariamente suona come: “In ogni scherzo c’è una parte di verità“, potremmo dire che: “In ogni scherzo c’è una parte di scherzo“.
E la verità è che la psicoanalisi, con il suo desiderio di conoscere e accettare la realtà, di stabilire relazioni emotive responsabili, è un metodo affidabile e provato che può formare un pensiero critico indipendente.
Come sapete, W. Bion, che ha dato un enorme contributo alla comprensione psicoanalitica del pensiero, considerava questo processo come un’esperienza emotiva di conoscenza di sé e dell’altro, come un legame.
La guerra distrugge i legami.
Un tempo le relazioni tra Ucraina e Russia erano intense: familiari, economiche, scientifiche, culturali e molto altro. Con l’inizio della guerra e dell’occupazione nel 2014, questi legami hanno cominciato a sgretolarsi; la storia dei Paesi, la storia di vita di ciascuno, ha cominciato a essere rivista e ripensata. È stato un processo molto doloroso che continua anche oggi.
In molte famiglie i legami si stanno lacerando. Una cosa simile sta accadendo anche per l’amicizia: ci si aspetta che i colleghi siano attenti e chiari nell’uso delle parole e sappiano distinguere dove sta il nero e dove il bianco. Il mondo è stato diviso in amici e nemici, il che, ovviamente, non facilita il processo di pensiero.
Ma parallelamente si sta verificando un altro processo: in questo scontro, l’identità nazionale sta diventando sempre più differenziata, più esplicitamente consapevole.
La lingua ucraina, che era proibita e perseguitata dalla Russia sovietica e zarista, conquista i cuori degli ucraini di lingua russa e diventa un confine che definisce la mentalità ucraina. Questo è un esempio della lotta sull’invisibile fronte mentale.
Un altro esempio, distruttivo, è la deportazione di 1 milione e 300.000 persone dall’Ucraina alla Russia, di cui 300.000 sono bambini. Questi sono i numeri dichiarati dalla Federazione Russa.
Il fronte dell’informazione si batte per conquistare le menti e il futuro.
Insegnanti della Federazione Russa sono stati portati nei territori ucraini occupati con la missione di instillare una visione russa della storia nella mente dei bambini ucraini, per cambiare il loro modo di pensare. Ora che le truppe russe si sono ritirate a seguito di una fulminea controffensiva dell’esercito ucraino, questi insegnanti sono stati arrestati e saranno condannati. Rischiano fino a 12 anni di carcere secondo l’accusa di “Violazione delle leggi e degli usi di guerra”.
Anche nella stessa Russia si assiste a un aumento della propaganda negli asili e nelle scuole, con la volontà di collocare il passato nel futuro – avrete visto i video in cui i bambini vestono le uniformi militari della seconda guerra mondiale.
Si tratta di una tendenza molto preoccupante non solo per il mondo, ma soprattutto per la popolazione russa e per gli psicoanalisti russi, poiché molte persone cresciute nell’URSS ricordano bene le repressioni dell’intellighenzia scientifica e creativa negli anni ’30 del secolo scorso, quando intere branche scientifiche furono duramente criticate e/o distrutte.
È quello che è successo con la genetica e la psicoanalisi.
Nelle famiglie è ancora vivido il ricordo di un acuto senso di insicurezza quando, dopo una conversazione con un vicino/collega/amico, una macchina arrivava di notte e portava via il padre di famiglia con il suo successivo invio al nord o l’esecuzione senza alcuna indagine e processo.
Si è saputo che a Bucha, prima della ritirata e delle atrocità, ci sono state inizialmente uccisioni mirate. Hanno ucciso insegnanti, volontari, attivisti. Anche a Kiev si stavano preparando elenchi di queste persone. Oltre ad essere disumano, crudele e immorale, è anche un attacco alla parte pensante e attiva della popolazione. Si tratta di attacchi al pensiero, come ha scritto Bion.
Ciò solleva la domanda: è possibile il pensiero analitico durante un regime totalitario o durante la guerra? È possibile praticare la psicoanalisi e l’attenzione fluttuante, senza memoria e senza desiderio, in una situazione di insicurezza e incertezza fisica o mentale?
Il mondo ha già sperimentato più di una volta una grande guerra. E abbiamo fatto esperienza che, seppure per vie strane, la guerra è servita a far progredire il pensiero, a stimolare intuizioni e nuove teorie.
Il nuovo tempo ha imposto un diverso stile di guerra ma ha anche offerto nuove opportunità. Con lo sviluppo di Internet, sono apparse molte possibilità di contatto. Nel secolo scorso, sarebbe stato impensabile continuare l’analisi, trovandosi in paesi diversi, e le lettere di sostegno sarebbero arrivate con settimane di ritardo.
Nel febbraio 2022, avendo affrontato direttamente la guerra, abbiamo ricevuto il sostegno immediato di amici, colleghi e ogni tipo di assistenza da parte della FEP e dell’IPA – emotiva, legale, finanziaria. Abbiamo sperimentato tutta la potenza di connessioni emotive che erano in grado di contenere anche l’ansia catastrofica.
Ci è voluto del tempo perché tutti i membri e i candidati dell’UPS fossero al sicuro e potessero riacquistare la capacità di lavorare con i pazienti. Molti di coloro che si trovavano in un luogo più sicuro fin dall’inizio sono stati in grado di organizzare e fornire assistenza volontaria ad altri concittadini più bisognosi e colpiti.
Pochi mesi dopo, l’UPS è stata in grado di ripristinare il percorso di training. Riusciamo a tenere regolarmente incontri con colleghi Amici, e si è creato uno spazio per i professionisti di diversi Paesi per scambiarsi esperienze cliniche, idee e vissuti emotivi.
Si può dire che la rottura dei legami patita dalla Società Psicoanalitica Ucraina (all’interno e all’esterno della Società) causata dall’aggressione della Federazione Russa nel territorio dell’Ucraina sovrana è stata eliminata. E ora è tempo di riflettere.
Senza la comunicazione tra le comunità professionali, senza l’assistenza attiva di amici e colleghi, questo non sarebbe stato possibile. Pertanto, sono molto lieta di condividere con voi il piacere di partecipare insieme alla conferenza e attendo con ansia di ascoltare i lavori di oggi!
Grazie per l’attenzione!
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