Sezione Locale della Società Psicoanalitica Italiana
Presentato da Cristina Marogna
Autore: a cura di Stefano Bolognini
Titolo: “Il sogno cento anni dopo”
Editore: Mimesis
Collana: Frontiere della psiche
Anno pubblicazione: 2016
Numero pagine: 240
Quarta di copertina:
“Il sogno e la fantasia, tradizionali luoghi di malizie, dello ‘scandaloso’ e delle intenzioni inconfessabili anche a sé stessi, conoscono oggi una sorta di nuova innocenza rispetto all’enorme portata di tante azioni dell’uomo. Nel contempo, il sorgere, crollare e rinascere confuso di ideologie nelle quali molti avevano riposto le speranze, testimonia la potenza dei sogni, la loro importanza per l’azione umana e, insieme, la loro fallibilità” – Fausto Petrella –
Biografia dell’autore:
Stefano Bolognini (Bologna, 1949), psichiatra e psicoanalista italiano. Membro ordinario con funzioni di training e segretario scientifico della Società Psicoanalitica Italiana, dal 2009 al 2013 ne è stato presidente. È stato membro del comitato editoriale europeo dell’International Journal of Psychoanalysis, dal 2002 al 2012, e membro del Theoretical Working Party della Federazione Europea della Psicoanalisi. Nel 2010 diventa presidente della International Psychoanalytical Association (IPA); è il primo italiano a ricoprire la carica di presidente.
Premio Gradiva per l’opera Come vento, come onda.
Recensione:
Dal secolo scorso a oggi moltissime cose sono mutate nel mondo, nella società, nelle forme del disagio psichico, nel modo di curarlo e nella stessa psicoanalisi. È verosimile pensare che i sogni degli uomini siano invece rimasti all’incirca gli stessi, al di là delle loro forme e dei loro contenuti manifesti? A cent’anni dalla pubblicazione dell’Interpretazione dei sogni di Freud, i più grandi esponenti della Società Psicoanalitica Italiana si interrogano su un tema vastissimo come il sogno e sul suo significato. Facendo il punto sullo stato della ricerca, ci offrono non soltanto preziose proposte clinico-teoriche, ma anche un testo che è un’autentica esplorazione del pensiero analitico a partire dalle sue origini.
Non c’è occhio d’uomo che abbia mai sentito, né orecchio che abbia mai veduto, non c’è mano che abbia mai assaggiato, né lingua che abbia mai toccato, e tantomeno cuore che abbia mai raccontato un sogno come il mio. (Sogno di una notte di mezz’estate- atto IV, scena I – Shakespeare)
Le caratteristiche dei processi psichici inconsci rimangono tuttora un mistero, nonostante molti studiosi abbiano azzardato concettualizzazioni al riguardo in svariati modi.
Questo libro, come un caleidoscopio, propone di guardare al sogno da molteplici vertici che si completano e offrono prospettive nuove anche su sogni già analizzati da illustri maestri.
Bolognini parla di una felice indefinitezza temporanea, che caratterizza spesso l’analista quando lavora con il sogno: “mettendo le mani” in un sogno di cui non abbiamo capito niente, con il paziente oscilliamo spesso tra la modalità freudiana di farlo associare su vari elementi, e altri modi più intuitivo-empatici di cogliere senso e nessi.
Ed evidenzia ulteriori declinazioni tecniche di questa alternanza: da un lato il giocare con le fantasie connesse al sogno; dall’altro, con stile più cognitivo, l’analizzare come il sogno viene presentato. Molti stili si avvicendano nel volume che convergono nel considerare come il raccontare un proprio sogno a qualcuno rende il sogno raccontato qualcosa di intersoggettivo, la cui interpretazione può essere subordinata alla relazione terapeutica duale o di gruppo.
Molti anni fa ho pensato a questo libro per i miei studenti e studentesse del corso di laurea in psicologia clinico dinamica e ne ho chiesto la ristampa, fu una buona idea perché ha promosso e continua a promuovere lo studio del pensiero onirico e con esso del pensiero simbolico, quali fattori terapeutici importanti nella cura psicoanalitica.
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