Sezione Locale della Società Psicoanalitica Italiana
Il CVP include anche il Friuli Venezia Giulia, e i suoi analisti, confinando con la Jugoslavia prima e con la Slovenia poi, cioè con il mondo ex-comunista, dove la psicoanalisi nel secondo dopoguerra non aveva potuto svilupparsi. E’ stato pertanto naturale che il CVP svolgesse un ruolo anche su questo versante.
I primi quattro analisti triestini V. Polojaz, S. Spacal, E. Jogan e P. Fonda, essendo di lingua slovena, cominciarono a tessere dei contatti con la Slovenia e la Croazia e già nel 1980 furono invitati a tenere un seminario a Lubiana. Ne conseguì una lunga e ricca attività, che coinvolse anche il CVP e contribuì allo sviluppo della psicoanalisi in Croazia, Slovenia, Bosnia, Serbia ed altre aree orientali e soprattutto alla formazione della Società Psicoanalitica Croata
Tale attività potrebbe anche essere intesa come un simbolico contraccambiare della SPI il contributo che una psicoanalista croata, Vanda Shrenger – moglie di Edoardo Weiss, diede alla riorganizzazione e allo sviluppo della SPI negli anni Venti e Trenta (1).
Nel 1985 A.M. Accerboni, in sintonia con la SPI, organizzò a Trieste un Convegno: “La cultura psicoanalitica” (2) con una sezione dedicata ai paesi dell’Est. Croati, sloveni, serbi e ungheresi presentarono la storia e la situazione della psicoanalisi nei loro paesi. Fu lì che venimmo a conoscenza dei tentativi che da anni il prof. E. Klain di Zagabria stava facendo per stabilire un collegamento con l’IPA.
Nel 1986 il CVP iniziò la sua attività con l’Est tenendo a Portorose in Slovenia una sua riunione alla quale invitò il prof.Klain a tenere una relazione sul sogno.
Nel 1989 S.Spacal tenne una conferenza alla Sezione di psicoterapia di Fiume in Croazia.
Nel 1990 il CVP invitò la Sezione di psicoterapia di Fiume a una riunione congiunta che si tenne a Miramare a Trieste, mentre l’anno seguente furono i fiumani ad ospitare il Centro Veneto a Fiume.
Nel 1993 si giunse alla firma di un accordo tra la SPI e l’IPA su un progetto per il training dei primi candidati sloveni e croati, che prevedeva la collaborazione degli analisti SPI di Trieste, ai quali si era aggiunta nel frattempo S. Amati Sas, come anche dei veneti prof. G. Sacerdoti e A.A. Semi.
Nel 1993 il CVP stabilì una collaborazione regolare con i croati, che prevedeva a Zagabria quattro seminari all’anno, ognuno con una parte teorica e una di supervisioni in gruppo di casi clinici. Questi furono condotti per sei anni da V. Polojaz, P. Golinelli, A. Braun, M.R. De Zordo, L. Cappellato, E. Jogan e da me. La Regione Veneto sostenne questa iniziativa fino al 1999 con un contributo annuale al CVP che copriva le spese di viaggio e soggiorno. Nei primi anni teneva a Zagabria dei seminari anche la Società Psicoanalitica di Parigi (SPP).
Poiché in quegli anni imperversava la guerra jugoslava il lavoro clinico dei croati era in larga parte segnato dai traumi subiti dalla popolazione coinvolta, dai profughi, dai reduci dai fronti e dai campi di prigionia. Si percepiva un pressante bisogno che se ne parlasse anche durante le supervisioni. Fummo invitati anche a Fiume per parlarne più specificamente e S. Amati Sas collaborò poi con i fiumani per alcuni anni.
Nel 1995 il CVP, la SPI e l’SPP organizzarono assieme ai croati il Colloquio italo-franco-croato, che si tenne ad Abbazia, sul tema dei traumi di guerra intitolato “Dal trauma alla fantasia” e al quale parteciparono, oltre ai croati, anche analisti italiani e francesi.
Dopo alcuni anni di supervisioni svolte a Trieste e a Venezia nel 1999 l’IPA accettò quali membri i primi quattro analisti croati: E. Klain, E. Cividini, S. Nikolić e D. Josić.
Dal 1996 P.Fonda faceva parte dei Comitati dell’IPA e della FEP per l’Est Europa e, quando l’IPA e la FEP fondarono l’Istituto Psicoanalitico per l’Est Europa, ne fu direttore dal 2002 al 2014 (3). L’Istituto rilevò anche la formazione dei successivi candidati croati e sloveni che nell’Istituto poterono completare il loro training e diventare membri IPA.
In una seconda fase di questo percorso è stato molto importante il contributo dato dalla Fondazione Libero e Zora Polojaz (4) con borse di studio triennali (2006-2008) ai candidati croati per sostenere la parte della loro formazione fatta all’estero attraverso le supervisioni. Nel 2006 la Fondazione ha organizzato a Trieste un incontro scientifico tra psicoanalisti croati, serbi e i colleghi triestini di lingua slovena in modo da promuovere la collaborazione tra questi gruppi diventata difficile a seguito della guerra. Dal 2007 al 2016 la Fondazione ha progettato e sostenuto una formazione continua, che prevedeva a Zagabria due seminari all’anno con relazioni plenarie e discussioni in gruppo di materiale clinico condotti da analisti italiani. Tutti i gruppi della ex-Jugoslavia, così come da altri paesi dell’Est, sono stati inoltre invitati a una serie di Convegni internazionali che la Fondazione ha organizzato a Trieste e a Sarajevo.
A coronamento di questi sforzi il gruppo di analisti croati è stato riconosciuto dall’IPA come Study Group nel 2004, Provisional Society nel 2013 e Component Society nel 2019. Il gruppo è stato accompagnato in questo percorso da uno Sponsoring e da un Liaison Committee dell’IPA. Di ambedue è stata Chair P. Golinelli, membro del CVP fino al 2001.
In Slovenia E. Jogan sta tenendo da più di vent’anni dei seminari mensili per psicoterapeuti e psichiatri. Dal 2014 gli psicoanalisti di lingua slovena di Trieste collaborano con gli analisti sloveni di Lubiana nell’organizzare una Società di Psicoterapia Psicoanalitica Slovena con una sua scuola di formazione, che attualmente ha 16 candidati, per rendere il “terreno” in Slovenia più recettivo alla psicoanalisi. Nell’insegnamento della Scuola è preziosa la collaborazione di membri del CVP: S. Amati Sas, A. Braun, C. Cattelan, V. Costantini, M. Tallandini.
Attualmente ci sono 18 psicoanalisti IPA a Zagabria, 4 in Slovenia, e una a Sarajevo. Tutti fanno parte della Società Psicoanalitica Croata. C’è inoltre un buon numero di candidati croati, sloveni e bosniaci che si stanno formando a Zagabria nell’Istituto di Training della stessa Società.
Tutto ciò è stato realizzato anche con un fondamentale contributo del CVP, in particolare nella fase iniziale. Alcune attività sono state svolte dal CVP direttamente e altre da membri del CVP a titolo più o meno personale.
NOTE:
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