Sezione Locale della Società Psicoanalitica Italiana
di Alessandra Furin e Alice Zanotto
Fruits Basket è un manga (fumetto giapponese) scritto e disegnato da Natsuki Takaya tra il 1998 e il 2006 e composto di 23 volumi. Appartiene al genere shōjo, in quanto pubblicato in Giappone sulla rivista Hana to Yume di Hakusensha, indirizzata ad un pubblico prettamente, ma non esclusivamente, femminile e adolescenziale.
Il manga si apre con il racconto di una leggenda riguardante lo zodiaco cinese: in un tempo indefinito Dio invitò gli animali da lui più amati a partecipare alla sua “festa”. Il gatto, anch’egli tra gli invitati, chiese al topo di informarlo sul giorno in cui Dio avrebbe tenuto la festa, ma il topo, geloso della sua bellezza, non lo informò. Il gatto quindi non si presentò causando l’ira del Dio che lo rinnegò come animale dello zodiaco e finendo per essere considerato un traditore da tutti.
Protagonista della storia è Tohru Honda, una ragazzina di 16 anni che, dopo la morte dei genitori, si ritrova a vivere da sola in una tenda in un bosco e a mantenersi con un piccolo lavoro part-time. Dopo che una frana distrugge la sua “abitazione”, Tohru viene accolta in casa dal suo compagno di classe Yuki e da Shigure, due giovani appartenenti al potente e misterioso clan dei Soma. I due, dopo aver saputo della situazione della ragazza, decidono di darle ospitalità in cambio di qualche lavoro domestico. Ma Tohru ben presto scopre che questi e tutti i membri della famiglia sono affetti da generazioni da una maledizione secondo cui, quando vengono abbracciati o casualmente urtati da una persona del sesso opposto, si trasformano in animali dello zodiaco cinese. Tohru s’impegna a mantenere il segreto dei Soma per poter realizzare il suo desiderio di appartenere ad una famiglia e non sentirsi più sola. Lungo il dipanarsi della storia fa la conoscenza di tutti i membri della famiglia colpiti da questa strana maledizione, definita spesso “il legame”. Ed è proprio questo legame il protagonista assoluto, poiché condiziona inevitabilmente la vita dei personaggi che, di generazione in generazione, sono costretti a vivere nell’ombra, maledetti e sempre assoggettati al mantenimento del segreto e a rimanere per l’eternità legati alla famiglia.
Fruits Basket è una storia che parla di famiglie, di legami, ma anche di appartenenza ad un luogo e a delle persone. Fondamentale è il tema dell’accettazione della propria soggettività e della consapevolezza di se stessi. Durante tutto lo svolgimento della storia, Tohru e gli altri personaggi cercano il loro posto: ognuno detesta dover far parte di questa famiglia che, per mezzo della segreta maledizione, li vincola e li costringe al legame, ma tutti desidererebbero farne parte in modo libero e affettivo. Il lungo e travagliato cammino dei personaggi alla ricerca della libertà e della propria soggettivazione passa attraverso un tortuoso percorso di sofferenza psichica e fisica, laddove l’amore diventa coercizione, l’incomprensione astio e il desiderio egoismo.
I vari componenti dello zodiaco sono tutti accomunati da un passato fatto di abbandoni, rifiuto, denigrazione e isolamento. Questa loro particolare esistenza sembra condannarli a non conoscere cosa significhi essere amati e accettati dai propri genitori e a vivere senza poter ricevere alcuna forma di calore umano (è proprio nell’abbraccio che avviene la trasformazione). Questa maledizione li condanna ad una vita di solitudine senza prospettive per il futuro e loro non si oppongono a questo destino sia perché non possono farlo, sia perché non hanno la forza interiore e la speranza per poterlo fare.
Il loro incontro con la piccola Tohru sarà però decisivo. Tohru è una protagonista molto dolce, gentile e soprattutto empatica. Tende a farsi carico delle sofferenze altrui e a farle proprie, le accoglie, donando sollievo a chi ha dentro di sé delle ferite profonde. Una protagonista che riesce a portare un po’ di calore tra questi personaggi che hanno sempre vissuto nell’oscurità, mostrando loro che oltre all’odio e alla rabbia esistono emozioni e sentimenti buoni.
A questo proposito è interessante sottolineare che tutta la vicenda si sviluppa durante l’adolescenza, periodo in cui si rimettono in gioco molti aspetti familiari, sociali e individuali traumatici rivissuti spesso in maniera perturbante. In particolare è il contatto fisico, pulsionale e quindi sessuale che attiva e riattiva l’aspetto identitario sotteso e legato al segreto e che permette la spinta alla soggettivazione e l’uscita dai vincoli transgenerazionali.
Particolare rilevanza per lo sviluppo della storia è la presenza per Kyo, il possessore dello spirito del gatto, di una “seconda maledizione”: è costretto fin dalla nascita ad indossare un bracciale che gli impedisce di assumere la forma di una creatura mostruosa. Viene considerato come l’elemento reietto della famiglia, destinato a vivere isolato da tutti e a morire rinchiuso e in solitudine. Questa creatura mostruosa potrebbe rappresentare il nucleo traumatico che porta dentro di sé e le numerose ferite subite durante l’infanzia: la madre si è suicidata all’idea che fosse proprio il figlio a dover portare il “fardello dello spirito del gatto” e il padre lo ha rifiutato per la sua “mostruosa” esistenza. Kyo era inoltre presente la mattina della morte della madre di Tohru: questa si sarebbe sacrificata in un incidente stradale per salvarlo. Kyo ha fatto dunque esperienza di due madri, opposte ma con lo stesso destino: una che si uccide per la vergogna e una che si sacrifica per lui.
La grande rivale di Tohru è Akito Soma, figlia di Ren e Akira. E’ la capofamiglia dei Soma e ha il ruolo dell’Imperatore di Giada, il Dio che controlla lo zodiaco. Sebbene sia irascibile e violenta, arrivando a ferire sia fisicamente sia emotivamente molti dei Soma, è anche lei una vittima, essendo stata obbligata da Ren, sua madre, a vivere come un maschio perché temeva che la figlia, sia per l’essere una femmina sia per essere il Dio, potesse rimpiazzarla nel cuore del marito. Quando i membri dello zodiaco raggiungono un’età adatta, Akito li chiama a vivere con lei, come se partecipassero a un banchetto eterno, facendola così sentire unica, speciale e amata da tutti, pur dovendo nascondere la sua vera identità sessuale. Quando la maledizione viene spezzata, Akito finalmente può rivendicare il suo essere una donna e inizia una relazione con Shigure, con cui avrà un figlio.
Sebbene si tratti di un manga vecchio stile per cui il lieto fine è quasi d’obbligo, il finale non risulta del tutto scontato in quanto non è Tohru a spezzare la maledizione. A farlo sono invece i singoli componenti dello zodiaco, maturando, nonostante le proprie storie e vicissitudini, la voglia di vivere “senza legami”. Scelgono tutti di essere liberi, dopo essere riusciti ad accettarsi e apprezzarsi per quello che sono, in parte quasi soffrendo per la separazione dal proprio alter ego animalesco che garantiva comunque la sensazione di unicità e onnipotenza. Come se la presenza costante e affettuosa di Tohru e il suo desiderio vitale di appartenere alla famiglia Soma liberasse la loro pulsione dalle spinte antilibidiche implicite nel segreto.
Alessandra Furin, Padova
Centro Veneto di Psicoanalisi
Alice Zanotto, Padova
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