“Cosi voglio sfuggire a me stesso”.

I viaggi in Italia di Sigmund Freud

di Andrea Braun

 “So will ich mir entfliehen”. Sigmund Freuds Italienreisen. (“Cosi voglio sfuggire a me stesso”. I viaggi in Italia di Sigmund Freud)  è uno  studio accurato e appassionato di Marina D’Angelo, uscito in Germania nel 2020 per le edizioni Psychosozial-Verlag, Gießen e di prossima pubblicazione in Italia per i Tipi di Boringhieri. Marina D’Angelo, candidata dal 1998 al 2003 della DPV (Associazione Psicoanalitica Tedesca, una delle due società tedesche componenti dell’IPA), ha dovuto interrompere l’iter di formazione psicoanalitica allorché  in Germania  è entrata in  vigore la nuova legge sulla psicoterapia che, come  in Italia, ha di fatto interdetto la “psicoanalisi laica”, restringendone l’esercizio ai soli medici o psicologi. Questione questa del resto di grande interesse e importanza anche teorica nella storia della psicoanalisi,  a partire dallo scritto di Freud del 1926  Il problema dell’analisi condotta da non medici .

Questo incidente di percorso ha orientato l’interesse di Marina D’Angelo verso una serie di ricerche nel campo della storia della psicoanalisi nella  cui sfera ha approfondito  il rapporto di Freud con l’Italia e con la cultura italiana, ricerca che  ha potuto svolgere grazie alla sua singolare competenza linguistica e culturale sia in ambito tedesco che italiano.  Di notevole interesse in particolare per i colleghi italiani è anche un suo lavoro recente, presentato a Berlino (2023) al 36esimo Simposio sulla storia della psicoanalisi: “E quindi uscimmo per riveder le stelle – Auf Dantes Spuren im Werk Freuds” (“sulle tracce di Dante nell’opera di Freud” trad. mia).

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Itinerario di Viaggio.
Fonte: "Il nostro cuore volge a sud. Lettere di Viaggio di Sigmund Freud" a cura di C. Togel, 2002, Saggi Bompiani

 Lo studio di Marina D’  Angelo dedicato alla ricostruzione dei viaggi di Freud in Italia dal 1895 al 1923 conclude la dissertazione del suo  dottorato di ricerca presso l’Istituto di Etica e Storia della Medicina dell’Università di Tübingen (2018/2019); recentemente  un breve estratto del ricco percorso dell’autrice,  viene offerto al lettore italiano dalla  Rivista di Psicoanalisi ( 2023, LXIX, 1) col titolo “Ricordare è rivivere”. Annotazioni romane di Freud dal taccuino tascabile del 1907 nella rubrica Note storico-critiche a cura di Maria Pierri.

 

Ernest Jones, per primo, nei tre volumi della sua biografia di Freud, aveva considerato i viaggi in Italia e molti altri autori se ne sono occupati successivamente. D’Angelo si inserisce in questo filone della ricerca e segnala come in tempi recenti Tögel (2002) abbia dato nuovo impulso alle indagini attraverso l’edizione della raccolta di lettere dai soggiorni all’estero (Reisebriefe) inviate da Freud a famigliari e ad altri interlocutori. Da questo materiale emerge chiaramente la sua predilezione per le visite nel bel paese. La ricerca è mirata a approfondire il ruolo che questa frequentazione assidua – vengono  documentati venticinque viaggi – abbia avuto nella  vita di Freud e nello sviluppo della sua opera scientifica e  cerca di rispondere alla domanda perché proprio l’Italia avesse esercitato un’attrazione irresistibile su Freud.

 

Il libro si suddivide in tre sezioni. Nella parte introduttiva viene delineato l’oggetto della ricerca, il metodo applicato e le fonti usate. L’originalità dell’indagine rimanda a recenti scoperte che coinvolgono D’Angelo  e altri cultori di storia della psicoanalisi come i professori Hirschmüller e Fichtner. L’autrice ha potuto visionare oltre agli epistolari con pazienti e colleghi già pubblicati, i taccuini inediti dei viaggi di Freud e le  lettere di Freud inserite nella raccolta di Fichtner.  I taccuini sono   manoscritti depositati presso la Library of Congress a Washington D.C. ,  come è noto Freud ricorre spesso alla scrittura Kurrent e ad abbreviazioni, che rendono i testi difficilmente decifrabili. Un’edizione critica di questa fonte è in preparazione per la stampa da parte di D’Angelo e Hirschmüller.

I quaderni accompagnavano Freud quotidianamente negli spostamenti del viaggio. Vi figurano annotazioni di ogni genere: riflessioni brevi, intuizioni spontanei, conti delle spese, indirizzi di alberghi o ristoranti, bigliettini vari tra cui i nominativi degli antiquari da consultare .Il loro ritrovamento consente di ricostruire dei percorsi complessi e di cogliere la modalità con cui Freud procedeva nelle sue esplorazioni.

 

Nella prima parte D’Angelo delinea il metodo seguito attraverso “un’analisi comparativa sincronica e diacronica dei contenuti dell’intera Œuvre freudiana, in particolare tra corpus epistolare (edito e inedito),  i taccuini tascabili appunto, e tanto altro, poiché nella vita di Freud, il ricercare, lo scrivere e il viaggiare, sono sempre stati caratterizzati da molteplici aspetti intrecciati fra di loro. Si distinguono due livelli di analisi: in primo luogo, le lettere di viaggio, gli altri carteggi e le opere con un focus su “L’Italia e i viaggi italiani” sono stati esaminati in relazione al contesto biografico di Freud, alla storia della psicoanalisi e alla critica testuale. Successivamente, le connessioni di questi testi sono state analizzate in relazione alla tesi espressa con le domande guida al fine di esaminare e valutare le esperienze, le intuizioni e le conoscenze derivanti dai viaggi in Italia.

Emerge così un insieme di elementi che consente al lettore di cogliere l’esperienza del viaggio e i processi psichici associati ad essa come si osserva, ad esempio, nel materiale onirico confluito nella Traumdeutung o in dimenticanze come quella che fa riferimento al pittore Luca Signorelli, episodio descritto in Psicopatologia della vita quotidiana. Nella diffusa “imagologia freudiana” troviamo, ad esempio, l’analogia tra archeologia e lavoro analitico alla quale Freud fa riferimento in vari testi dal 1896 al 1937, oppure la metafora del metodo stratigrafico di Boni, metafora della quale Freud si servì per illustrare il modello topico della psiche.

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Itinerario di Viaggio.
Fonte: "Il nostro cuore volge a sud. Lettere di Viaggio di Sigmund Freud" a cura di C. Togel, 2002, Saggi Bompiani

Il testo di D’Angelo è una vera miniera di scoperte e di ricostruzioni storiche accurate.

 

Nella seconda sezione vengono analiticamente descritti i venticinque  viaggi, suddivisi in tre segmenti temporali e tematici. Si distinguono i primi viaggi (1895-1900), segnati dall’amicizia con Fliess e dal loro carteggio da quelli successivi (1901-1913) con l’arrivo a Roma, le visite a Napoli e Pompei, in  Sicilia (sulle orme di Goethe) e con la – finora – ignorata sosta a Viareggio ,  fino all’ultima tappa, che coincide con l’addio all’Italia: la visita di Roma insieme alla figlia Anna nel 1923.

 

In conclusione troviamo l’appendice documentaria con materiale da fonti non pubblicate tra cui la trascrizione per intero di un taccuino (il sesto, che copre il periodo dal 16 settembre 1907 fino  al giugno 1908) e coi fotogrammi degli appunti sul Mosè di Michelangelo. Freud scopre la scultura già durante la sua prima visita a Roma, ma continua a confrontarsi con la statua ad ogni passaggio a Roma, come si vede dalle sue annotazioni. Egli dedica molta attenzione alla postura, descrive accuratamente la posizione delle mani e della testa nell’intento di fissare  la dinamica iscritta nel corpo del Mosè. Questa singolare concentrazione permette di cogliere l’immedesimazione con l’oggetto osservato e induce D’Angelo a approfondire il concetto di interpretazione controtransferale sulla scia dell’identificazione di Freud col Mosè.

 

Il taccuino consente al lettore di visitare il retrobottega, deposito di materiale prezioso, e di assistere al processo creativo in nuce.

 

Mi fermo qui per non saturare il piacere della lettura e segnalo che è già programmata la presentazione del libro nelle Letture Psicoanalitiche del Centro Veneto di Psicoanalisi non appena sarà disponibile la versione italiana del testo.

 

Andrea Braun, Padova

Centro veneto di Psicoanalisi

danaernarub@gmail.com

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