Storia della sede—Dalle case private alla connessione da remoto.

di Alessandra Macchi

E così il 14 -12-1991 (esattamente undici anni dopo la fondazione del CVP 13-12-1980) prendemmo possesso della nostra prima sede in via Carlo Dottori. Un proverbio giapponese recita che dieci anni fanno un’epoca: noi, dopo undici anni concludevamo un nostro notevole movimento storico di peripatetici, di nomadi, di psicoanalisti, sì, senza fissa dimora, ma non barboni, bensì apprezzabilmente creativi e ci accingevamo a passare al periodo di stanziali, di più dispersi nei rapporti interpersonali, di più competitivi ed invidiosi, di maggiormente organizzati, di un po’ troppo burocratici date le nuove leggi e dati i più stretti contatti con gli organismi centrali.”

Carla Zennaro

 

Sono passati esattamente trenta anni da quella data, che segna uno spartiacque tra una dimensione quasi familiare ad uno stato decisamente più societario del Centro Veneto. Del resto, come ricorda nel suo lavoro Carla Zennaro Origini, funzioni e vicissitudini del Centro Veneto di Psicoanalisi nel 1981 i soci del CVP erano 17  e la sede legale era presso l’abitazione di Antonio Alberto Semi in Venezia. Ad oggi i Soci sono oltre ottanta,  le esigenze sono mutate, attualmente la sede ospita le lezioni per i candidati dell’Istituto Nazionale di Training della SPI, i convegni, i seminari, le attività gruppali nel corso del tempo si sono moltiplicate, i contatti e le attività con altri Centri della Società Psicoanalitica italiana sono più frequenti e costanti. 

Eppure, agli esordi, e per ben 11 anni, i soci del nostro Centro si trovavano nelle rispettive dimore od erano ospitati da altre strutture: 

A parte la sede legale a casa di A. A. Semi, non avevamo una sede fissa e continuavamo a riunirci, di volta in volta, nelle diverse abitazioni messe a disposizione dai vari membri. A mio avviso, le inevitabili difficoltà di avviamento del neonato gruppo furono di natura un po’ depressiva, ma vennero compensate dalla calorosa, amicale accoglienza (complici le gentili mogli dei colleghi che ci ospitavano) nelle abitazioni private nelle quali tenevamo gli incontri, che avevano luogo mensilmente nei pomeriggi del sabato e che si concludevano allegramente con uno squisito convivio. (Ibidem). 

Accanto al ricordo dei contenuti teorici-clinici trattati e discussi durante quegli incontri, Carla Zennaro ci immerge nelle atmosfere conviviali e piacevoli di quegli appuntamenti, ricorda dettagli e particolari delle dimore famigliari che di volta in volta ospitavano i membri del CVP, ci porta in diversi luoghi del triveneto, da Venezia a Padova a Trieste, “in luoghi ameni, che facilitano la discussione scientifica, alleggeriscono la fatica, favoriscono il consolidamento delle amicizie, promuovono nuove relazioni, ci descrive un clima “di amicizia, cordialità e disponibilità. Analisti quindi itineranti ed appassionati, avvezzi al “viaggio”, agli spostamenti, ai cambiamenti e non resistenti alle trasformazioni. Crescendo il numero dei partecipanti del CVP, le abituali dimore private non erano più adeguate ad accogliere le varie attività di una Società, non solo in espansione, ma anche con esigenze sempre più strutturate, meno temporanee ed occasionali. Occorreva pertanto un contenitore stabile, una residenza comunitaria ed identitaria, una SEDE. 

Nel 1991 fu scelta la prima sede del CVP ubicata in via Dottori al primo piano di un palazzo storico  costituita principalmente da un’ampia sala. In seguito, fu trasferita in Vicolo dei Conti e poi ampliata dall’acquisizione di due stanze al piano terra di via Dottori. La sede ha permesso di avviare un numero sempre maggiore di attività (si pensi per esempio alla Consultazione, ai diversi gruppi di studio avviati nel corso di questi decenni) e di divenire luogo da una  parte di conservazione degli archivi storici e della biblioteca e dall’altra della memoria: a Giorgio Sacerdoti è stato intitolato il CVP, ad Agostino Racalbuto la biblioteca, a Maria Rosa De Zordo il neonato Centro Clinico di Terapia Psicoanalitica (CCTP). Analisti e, prima ancora persone, che ci hanno lasciato, e che hanno contribuito attivamente e umanamente alla crescita del nostro centro e al perseguimento del suo scopo: promuovere, organizzare e diffondere la teoria, la ricerca, l’aggiornamento e la tutela della psicoanalisi e della professionalità dei suoi soci, nonché stabilire rapporti scientifici con membri e istituti di altre discipline. 

Nel 2021 in seguito alla terribile pandemia da COVID 19 è stato necessario dotare la sede della tecnica più avanzata per garantire le attività da remoto. È stato un ulteriore passaggio trasformativo che ha consentito paradossalmente una maggiore partecipazione e condivisione, un mutamento che ci ha obbligati a nuovi adattamenti rispetto allo “stare insieme”. La partecipazioni alle diverse iniziative ed attività può quindi usufruire sia di un luogo fisico che di un luogo virtuale e raggiungere e collegare i colleghi e i partecipanti interessati alla attività scientifica del CVP.

1) C. Zennaro, (2008) Origini, funzioni e vicissitudini del Centro Veneto di Psicoanalisi in: Psicoanalisi audacemente bastarda,  Alpes Italia, Roma 2020.

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