Sigmund Freud. Opere Scelte

Dalla introduzione di Antonio Alberto Semi.

Questa Introduzione ha lo scopo di: a) spiegare i criteri che mi hanno guidato nella scelta degli scritti di Freud qui contenuti; b) tratteggiare sia pure brevissimamente un’ascendenza intellettuale di Freud, finalizzata a contestualizzare gli scritti presentati; c) indicare alcune linee di ricerca del pensiero freudiano che possono essere seguite nel presente volume. In effetti, a cent’anni dalla «nascita» della psicoanalisi, un volume come quello che  avete ora in mano si giustifica per due motivi fondamentali; innanzitutto perché la psicoanalisi ha ormai talmente permeato di sé la nostra cultura sia scientifica sia umanistica da rendere necessaria una conoscenza diretta delle sue fonti e in secondo luogo… per lo stesso motivo ma visto, anziché dal versante attivo, da quello passivo: in un secolo, la psicoanalisi – e in particolare alcuni dei concetti chiave elaborati da Freud – è stata assimilata e quindi anche modificata, sminuzzata, digerita dalla nostra cultura in misura tale da renderla in qualche modo irriconoscibile, appunto, da rendere necessario un riconoscimento diretto delle sue fonti anche da parte delle persone di cultura e degli studiosi che non sono strettamente «freudologi». Si può insomma sostenere che oggi esistono un Freud e un «Freud», quest’ultimo costituito di una sorta di volgata che si tramanda e si denatura progressivamente. E che potrebbe essere un buon oggetto di studio proprio dal punto di vista psicoanalitico. Naturalmente, ogni grande è soggetto a questo processo di vendetta da parte delle generazioni seguenti. Quel che però distingue la psicoanalisi da ogni altro sapere è la possibilità che essa dà di comprendere come ciò avvenga, anche se questa comprensione non annulla il fenomeno. Si può leggere questo destino in altri termini, ad esempio vedendolo come il processo di smembramento cui viene assoggettato il corpus freudiano da parte degli eredi (Petrella, 1988) o come l’esito di un processo di assimilazione (Sacerdoti, 1987) che necessariamente passa per una masticazione, una digestione e così via. Il risultato non cambia: una quota di quel che abbiamo ricevuto viene persa e deve essere periodicamente recuperata, se si vuol sapere. Si aggiunga che mentre in altri domini del sapere umano la comprensione o la conoscenza diretta dell’opera di un fondatore è spesso relativamente importante (si può essere degli ottimi fisici senza aver letto le opere di Newton o senza aver compreso il complesso intreccio tra astrologia e astronomia), nel campo della psicoanalisi esse sono essenziali per le particolari modalità di crescita di questa disciplina, per cui la distinzione tra «Freud» e Freud è necessaria se si vogliono evitare equivoci che, a cascata, rendono progressivamente incomprensibili anche gli scritti degli attuali autori di psicoanalisi.