Come cura la psicoanalisi

Gli psicoanalisti della Società Psicoanalitica Italiana e dell’International Psychoanalytical Association sono formati a cogliere, nel corso di appositi colloqui preliminari, se ci sia un’indicazione a un’analisi e ad avere strumenti per consigliare la forma di intervento più appropriata che le varie situazioni possono richiedere, anche in alternativa al trattamento psicoanalitico classico. Negli incontri preliminari l’analista e il potenziale paziente hanno l’opportunità di decidere assieme l’eventuale scelta di iniziare un lavoro analitico o di seguire l’indicazione che appare più idonea o più utile. Per intraprendere una cura analitica è necessario valutare la disponibilità al cambiamento e la capacità a guardarsi “dentro”. Lo psicoanalista ha dunque come iniziale obiettivo quello di individuare il funzionamento del modo di essere e di relazionarsi di chi chiede una cura analitica, tenendo conto soprattutto delle dinamiche inconsce ipotizzabili.

 

Infatti il lavoro dell’analista durante la cura, seguendo il metodo delle cosiddette “libere associazioni” del paziente (che viene invitato a dire in analisi tutto ciò che gli viene in mente, niente escluso), è volto a indagare e comprendere la realtà psichica del paziente, a individuare, elaborare e portare alla coscienza aspetti e conflitti inconsci e angosce che comportano sofferenza.

Questo lavoro si svolge all’interno di un ambiente che aiuta il paziente a liberarsi dai timori di giudizi e valutazioni, con lo scopo non di fornirgli solo accoglimento e contenimento, ma soprattutto di consentirgli di elaborare chiavi di lettura e di comprensione delle sue modalità di funzionare psichicamente. Favorendo in questo modo la comunicazione e lo scambio tra l’analista e l’analizzando, l’emergere delle emozioni, dei sentimenti, delle fantasie, dei modi di essere sollecitati nella situazione attuale, rimanda tuttavia alla storia personale e alle relazioni significative (transfert).

L’elaborazione di queste, per mezzo del lavoro di comprensione interpretativa dell’analista nello svolgersi della cura, permette il ritrascriversi degli affetti nel mondo interno del paziente e il recupero di un senso della propria storia, all’insegna della possibilità di utilizzare risorse e relazioni in modo più sano e più libero.

La cura analitica secondo il metodo freudiano permette trasformazioni della struttura psichica dell’analizzando che consentono un più adeguato e soddisfacente rapporto col mondo esterno e con se stesso, attraverso una riorganizzazione del suo mondo interno e relazionale.

Non si tratta quindi di una cura puramente sintomatica o volta ad eliminare il singolo disturbo isolato: isterico, ossessivo, fobico, o quello tipico di altre strutture psichiche. Piuttosto ogni psicoanalista prende in cura la persona nella sua interezza e unicità, non solo allo scopo di eliminare i suoi sintomi, ma al fine di sviluppare la creatività e le potenzialità psichiche e affettive inespresse o inibite.

L’indicazione al trattamento analitico non è oggi rivolto ai soli disturbi nevrotici, ma può prendere in considerazione, con opportune modifiche della tecnica, anche i disturbi delle cosiddette “patologie gravi” tendendo ad alleviarne il dolore psichico e i problemi relazionali. L’indicazione oggi si allarga anche ad altre forme psicopatologiche come i disturbi psicosomatici, i disturbi del comportamento alimentare, i disturbi sessuali, le sindromi depressive, le sindromi psicosociali, talune sindromi psicotiche.

A tale scopo gli analisti approfondiscono i loro strumenti clinici e le loro riflessioni teoriche, in maniera che l’attività clinica e quella di ricerca teorica non risultino disgiunte. Il metodo psicoanalitico si pone quindi non soltanto come terapia, ma anche come modello di ricerca sulla tipicità e sulle modalità con cui si svolgono e si rendono consapevoli i processi psichici inconsci, ritenendo che siano questi a determinare il nostro comportamento, il nostro modo di pensare e di vivere le relazioni affettive.

Le specificità delle indicazioni alla cura riguardano non solo la tipologia dei sintomi e la particolare struttura psichica della persona che chiede un aiuto psicoanalitico, ma anche problematiche della vita connesse con l’età e ad altre caratteristiche delle persone cui l’intervento è diretto (bambini, adolescenti, singoli, coppie, gruppi).

Per affrontare con adeguati strumenti la delicata funzione analitica di cura ogni analista si sottopone per la sua abilitazione professionale, ad un rigoroso e impegnativo training di formazione che, in genere ha una durata non inferiore a 10 anni. Le norme che regolano i passaggi fino al conseguimento dell’identità psicoanalitica e che consentono la tutela deontologica della correttezza professionale sono conformi allo Statuto dell’International Psychoanalytical Association (IPA).

Gli ambiti in cui confluiscono e si confrontano gli interessi, lo studio e la ricerca degli psicoanalisti del Centro Veneto, come singoli o in attività di gruppo, sono svariati.

Fra i più significativi possiamo ricordare:

  1. Le valenze trasformative e terapeutiche del trattamento analitico individuale, con particolare riferimento agli effetti di novità e di cambiamento che vengono riscontrati nel corse delle cure;
  2. La particolare attenzione all’osservazione e alla cura in età evolutiva (bambini e adolescenti), nonché al contributo che lo studio dei processi di sviluppo infantile e adolescenziale può dare anche in relazione al trattamento di pazienti adulti;
  3. La focalizzazione sulle modifiche del setting e degli strumenti terapeutici rispetto alle cosiddette patologie borderline, con un’attenzione anche alle implicazioni terapeutiche per le patologie gravi in generale e alle psicosi in particolare;
  4. Lo studio delle dinamiche familiari e gruppali, specie da parte di chi lavora anche in ambito istituzionale;
  5. L’uso di un modello referenziale teorico-clinico psicoanalitico nelle istituzioni preposte alla cura o alla prevenzione del disagio psichico (servizi psichiatrici, di neuropsichiatria infantile, consultori, servizi socio-sanitari, ecc.);
  6. L’applicazione delle teorie psicoanalitiche alle varie discipline con cui la psicoanalisi può essere confrontata (letteratura, arte, cinema, musica, ecc.);

Un confronto dialettico con aree affini e campi del sapere che, direttamente o indirettamente, si occupano del funzionamento psichico (altre discipline psicologiche, neuroscienze, filosofia, sociologia, antropologia,ecc.)

Per maggiori approfondimenti è possibile consultare la sezione Cura della Società Psicoanalistica Italiana.

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