Invito allo studio in previsione del convegno:

AUTOCONSERVAZIONE tra istinto e pulsione

di Patrizio Campanile

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Perché proporre un seminario di studio su questa tematica che può apparire lontana dall’attualità della clinica, apparentemente astrusa e solo astratta?

In estrema sintesi: perché le circostanze in cui viviamo attualmente, ma in fondo sempre, segnate da pericoli incombenti che vanno dalla guerra ai cambiamenti climatici alle pandemie, ma anche l’essere tutti esposti a precarietà, malattia ed incertezze, impongono di confrontarsi con la tematica dell’autoconservazione: la capacità/possibilità di provvedere per la propria sopravvivenza, promuovendola e difendendola.

 

Ma dove nascono queste capacità? Cosa le favorisce e cosa le ostacola? Lottare per la propria sopravvivenza, soprattutto quando la si senta in serio pericolo, porta sempre e comunque al risultato desiderato? Oppure la difesa della propria sopravvivenza è efficace solo a certe condizioni?

 

L’istinto, da solo porta l’essere umano a raggiungere il risultato desiderato? Cosa aggiunge all’istinto la dinamica pulsionale? Aggiunge? Complica? Arricchisce?

 

Quali componenti dell’apparato psichico hanno una parte in questi processi? Quale?

 

Per poter affrontare questi interrogativi, nient’affatto marginali, ci si deve inoltrare a riflettere proprio su istinto e pulsione: cosa li distingue e cosa li caratterizza? Può essere utile distinguere sopravvivenza e autoconservazione? Eventualmente, quindi, istinto di sopravvivenza e pulsione di autoconservazione?

 

Per Freud negli esseri umani sono riconoscibili alcuni istinti che li rendono in questo simili agli altri animali (fame di ossigeno, fame di alimento, sete, istinto gregario, istinto all’incesto …). Gli “istinti degli animali […] consentono loro di comportarsi fin dall’inizio in una nuova situazione vitale come se fosse antica e da tempo familiare, se mai questa vita istintiva degli animali ammette una spiegazione, può essere solo perché essi portano con sé nella loro nuova esistenza le esperienze della loro specie, ossia hanno conservato in sé ricordi di ciò che avevano sperimentato i loro progenitori. Nell’animale umano le cose in fondo non sarebbero diverse” (1934-38, L’uomo Mosè e la religione monoteistica: tre saggi. O.S.F., 11, 420-1).

 

Com’è noto, Freud ha modificato nel corso degli anni il modo di concepire le pulsioni e con esso ha modificato la collocazione della pulsione di autoconservazione che da pulsione dell’Io (quando il dualismo delle pulsioni era concepito sulla base della distinzione tra pulsioni sessuali e pulsioni dell’Io) è stata poi teorizzata come componente della pulsione di vita (pensata in opposizione alla pulsione di morte, ma impastata con essa).

Sappiamo che tanto l’una spinta pulsionale, quanto l’altra reclamano la loro parte; quanto allora e quando la pulsione distruttiva può interferire con l’autoconservazione o essere di sostegno per le sue mete?

Quanto viene favorita e quanto ostacolata, dall’una o dall’altra pulsione, la ricerca di un equilibrio soddisfacente tra gli impulsi egoistici e quelli altruistici (Freud, 1929, Il disagio della civiltà. O.S.F., 10, 626)?

 

La conservazione di tale equilibrio è indispensabile perché non sia salvaguardata solo la sopravvivenza, ma lo siano anche la conservazione dei legami affettivi e della maniera in cui si è strutturato il proprio modo di essere un essere umano.

 

E’ il terreno di riflessione che permette anche di affrontare una tematica rispetto alla quale le posizioni degli psicoanalisti sono assai differenziate e talora opposte: è la pulsione che permette di incontrare l’oggetto o è l’incontro con l’oggetto che è all’origine della pulsione?

 

Come si vede, questo seminario si pone in continuità con la tematica del IX Colloquio di Venezia del Centro Veneto di Psicoanalisi (Diniego, illusione, speranza) e ne sviluppa alcuni elementi significativi. E’ altresì la prosecuzione di una riflessione che, iniziata nel 2021 in occasione della Giornata di studio a cent’anni da Psicologia delle Masse e analisi dell’Io, ha visto come protagonista Laurence Kahn (Membre Titulaire et Formateur della Association Psychanalytique de France). Per questo è stata di nuovo invitata, assieme questa volta ad Alessandro Garella (Membro Ordinario con Funzioni di Training della Società Psicoanalitica Italiana): saranno loro le relazioni su cui si baserà l’incontro di studio che si terrà a Padova presso il CVP e via zoom sabato 9 novembre 2024.

Essendo questo un invito allo studio, segnalo che i materiali degli incontri citati, come di quello su L’Es a cent’anni da l’Io e l’Es che pure ha fatto parte di questo percorso, si possono trovare nei KnotGarden editi dal CVP e scaricabili dal nostro sito web.

Patrizio Campanile, Venezia

Centro Veneto di Psicoanalisi

patrizio.campanile@libero.it

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