Sezione Locale della Società Psicoanalitica Italiana
di Mariella Perri
Non molti conoscono la breve monografia intitolata L’Interpretazione dei sogni del Prof. Alexander Freud: poco meno di una decina di pagine custodite presso i Sigmund Freud Archives della Library of Congress di Washington.
Tutto fa pensare che sia stata letta dal fratello minore di Freud in una riunione di famiglia la notte di Capodanno del 1900, con l’intento festeggiare il nuovo anno, e il passaggio del secolo, e di rendere omaggio con una parodia alla Traumdeutung appena pubblicata. Per lo stile particolare che “oscilla fra l’estrema sobrietà di un protocollo di sogni e il tono satirico” (così la introducono Marinelli[1] e Mayer che ne hanno reso noto il testo per la prima volta nel 2002, p. 138) qualcuno la prende seriamente come esempio di una prima recensione critica dell’opera…
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[1] Per oltre quindici anni Lydia Marinelli è stata curatrice del Museo Sigmund Freud di Vienna.
In effetti i fratelli minori non sono sempre clementi con i maggiori: fin dall’Osservazione preliminare il prof. Alexander Freud, citando pomposamente l’Interpretazione dei sogni di Sigmund Freud, mette subito in chiaro che considera “quanto meno imprecisa” l’affermazione del “grande collega” secondo cui “il sogno è l’appagamento di un desiderio”.
Spiega: “Partendo da innumerevoli chalomes [sogni in yiddish] o miei o di miei amici, ho potuto constatare che il sogno porta con sé l’appagamento solo di quei desideri che non sono stati soddisfatti nella veglia. Ex contrario: i desideri già appagati non vengono sognati.” (in Marinelli e Mayer, 2002, p. 140).
Dopo questa precisazione anodina (non c’è traccia del desiderio inconscio o del sessuale infantile…) su cui comunque alcuni critici si sono esercitati[1], Alexander presenta il proprio metodo di interpretazione dei sogni sulla base di una breve carrellata di esempi che afferma di aver tratto dalla propria esperienza e da quella di conoscenti, esempi che fanno il verso ai sogni di Freud, riprendendone alcuni personaggi ricorrenti (il conte Thun, il dr. Königstein o il dr. M) e che forse gli danno modo di ironizzare anche su manie o tic di amici presenti alla festa.
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[1] Oltre a Marinelli e Mayers anche Métraux, 2021.
Uno per tutti:
“Un mio amico il Dr. H…, un rispettabile avvocato, mi ha raccontato il sogno seguente:
H… si trova su un’alta montagna, ma in un ambiente chiuso e confortevole, come potrebbe essere un rifugio ben attrezzato. Indossa un costume da turista. La tavola è apparecchiata ed egli mangia, tuttavia non si sente sazio. Compare la cameriera, che comincia a portare libri e riviste di ogni formato su scodelle e piatti. Continuano a essere servite pubblicazioni di ogni genere, e la cosa sembra non voler finire. Anche H… si meraviglia di riuscire a digerire tutta questa enorme quantità di carta stampata. Sua moglie è con lui e gli dice: “Vai avanti a leggere”.
Analisi e interpretazione: H… ammette di leggere mentre mangia, mentre beve, mentre dorme. Durante un pasto veloce ha l’abitudine di prendersi da leggere parecchi libri, prospetti, riviste e simili. Sua moglie cerca di spingerlo a leggere meno e a prestare maggiore attenzione al mangiare. Anche in questo caso l’appagamento del desiderio è evidente. Nel sogno è latente il desiderio di non essere costretto a mangiare mentre è a tavola, almeno una volta, e di poter soltanto leggere. Di solito sua moglie glielo impedisce. Nel sogno invece è proprio lei che lo incoraggia a farlo, infatti gli dice: “Vai avanti a leggere”.
Nel sogno H… si vede su una montagna in costume da turista. H… è un gran viaggiatore, ma sua moglie ostacola la sua passione per la montagna. Il sogno ha soddisfatto anche questo desiderio.
La genesi del sogno è addirittura impressionante; esso concede tutto in una volta sola. Proprio come quel modo di dire così popolare – “La cioccolata è buona, l’aglio è buono, come dev’essere buona la cioccolata con l’aglio” -, il sogno dice: è bello leggere i giornali, ma è bello anche scalare una montagna, per cui dev’esser bello leggere giornali e scalare una montagna!
Che il sogno fosse possibile solo perché la moglie impedisce a H… di leggere a tavola e scalare il Rax – non ha bisogno di dimostrazioni.” (ibidem p. 142)
Che si tratti di una parodia preparata in occasione dei festeggiamenti per il Capodanno in una cerchia ristretta di familiari e conoscenti è segnalato nell’anche dall’uso del termine yiddish per designare i sogni presentati (Métraux, 2021). Che questi sogni siano inventati di sana pianta è a mio parere abbastanza chiaro, tanto che l’autore non si perita di datarne uno, “il sogno di Emma”, come sognato proprio nella notte fra il 31/12/1899 e il 1/01/1900…
Nella monografia non mancano certo le occasioni ad Alexander per fare il verso a Sigmund e alla sua opera, che dimostra di conoscere bene anche nei piccoli dettagli: ad esempio l’esergo latino Ultra posse nemo tenetur (Nessuno è tenuto ad andare oltre le proprie possibilità, massima giuridica:) fa eco al titanico motto freudiano Flectere si nequeo Superos, Acheronta movebo (Se non potrò piegare gli Dei, mi indirizzerò verso l’Acheronte, Virgilio, Eneide), e le diverse date, 1900 nell’intestazione del saggio e 31 dicembre 1899 nell’ultima pagina, riproducono l’ambiguità della datazione del testo del fratello[1].
Tutta l’imitazione è costruita con stile scientifico, professando cautela per qualsivoglia indiscrezione e le interpretazioni non trascurano simboli, numeri o parole inserite nei sogni, anche se tutto è sufficientemente inattendibile. Si avverte la grande attenzione e ammirazione del fratello minore per il primogenito.
Due dichiarazioni concludono la monografia di Alexander:
“1/che non ogni sogno è un appagamento di desiderio, e
2/che si può interpretare ogni sogno così oppure così.” (p.146).
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[1] L’Interpretazione dei sogni era uscita il 4 novembre 1899 presso l’editore Franz Deuticke, di Lipsia e Vienna, che vi aveva apposto la data del nuovo secolo per buon augurio.
Fra Sigmund e Alexander c’erano dieci anni di differenza. Le cinque sorelle erano nate in mezzo, tanto che da piccolo Sigmund soleva dire “La nostra famiglia è come un libro, noi siamo le copertine e le bambine sono i fogli fra noi” (Roazen 1993 p.231). Secondo la maggiore delle sorelle, Anna, il nome Alessandro era stato scelto proprio da Sigmund per la sua ammirazione per le imprese militari e la generosità del Macedone.
Capita che i fratelli minori mettano in burla i faticosi successi dei fratelli maggiori e lo sappiano fare con arguzia e ironia. Alla burla si aggiunge in questo caso anche una minaccia di sorpasso: la qualifica di Professore che Alexander, esperto di tariffe e trasporti e insegnante presso una scuola commerciale superiore, si attribuisce con disinvoltura, anticipando quanto gli era stato promesso dall’Export Academy per la sua attività didattica (in realtà l’avrebbe ottenuta solo nel 1905) non poteva non punzecchiare Sigmund, a quel tempo ancora in attesa della promozione, ben più prestigiosa, a Professor Extraordinarius da parte dell’Università di Vienna.
La questione del titolo di Professore compare più volte nell’analisi di sogni e lapsus di Freud, il quale proprio in quel periodo si rammaricava anche dei commenti della madre che “manifestava la sua sorpresa per il fatto che il figlio minore diventasse Professore prima del maggiore” (1901, p.148).
In seguito egli stesso ci avrebbe scherzato amaramente riferendo a Fliess il conferimento del tanto sospirato titolo (dopo intercessione di una paziente):
“La Wiener Zeitung non l’ha ancora pubblicata, ma la notizia si è diffusa a macchia d’olio dal Ministero. “L’entusiasmo del pubblico è immenso”. Congratulazioni e mazzi di fiori stanno già arrivando come se il ruolo della sessualità fosse stato improvvisamente compreso da Sua Maestà, l’importanza dei sogni confermata dal Consiglio dei ministri e la necessità di curare l’isteria con la terapia psicoanalitica accettata in Parlamento con una maggioranza di due terzi!” (11/03/1902)
Bibliografia
Freud S. (1899b), L’interpretazione dei Sogni, OSF, 3.
Freud S. (1901), Psicopatologia della vita quotidiana, OSF, 4.
Marinelli L., Mayer A. (2002), Sognare a libro aperto. “L’interpretazione dei sogni” di Freud e la storia del movimento psicoanalitico, Bollati Boringhieri, Torino, 2010
Roazen P. (1993), I miei incontri con la famiglia Freud, Erre emme, Roma, 1997.
Métraux A. (2021) Sigmund Freud Unglaube auf der Akropolis Ein Urtext und seine Geschichte, Wallstein Verlag.
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