Mostra Rodin – Picasso

Parigi, Musée Rodin (9 febbraio 2021 - 2 gennaio 2022)
e Musée national Picasso (9 febbraio 2021 - 6 marzo 2022)

di Silvia Mondini

“Le cattedrali son finite?”

Auguste Rodin

 

“Terminare un’opera?

Completare un dipinto?

Che cosa stupida”

Pablo Picasso

 

Photo: Silvia Mondini Studio del movimento, detto “Movimento di Danza con testa di donna slava”, Rodin, terra cotta 1911. Museo Rodin, Parigi Il Nuotatore, Picasso 1929. Museo Picasso, Parigi.
Photo: Silvia Mondini
Studio del movimento, detto “Movimento di Danza con testa di donna slava”, Rodin, terra cotta 1911. (Museo Rodin, Parigi)
Il Nuotatore, Picasso 1929. (Museo Picasso, Parigi).

Nata dalla collaborazione tra i due musei monografici, questa doppia retrospettiva offre un affascinante percorso comparativo all’interno della vasta produzione artistica di Auguste Rodin (Parigi, 1840 – Medoun, 1917) e Pablo Picasso (Malaga, 1881 – Mougins, 1973). Due artisti poliedrici, diversi per età e temperamento, ma simili nel desiderio di esplorare la realtà e le sue continue trasformazioni e nella spinta ad elaborare linguaggi capaci di imprimere una svolta innovativa all’arte del loro tempo. 

Presentata in simultanea negli splendidi edifici che ne ospitano le collezioni permanenti – l’Hôtel Biron (Museo Rodin) e l’Hôtel Salé (Museo Nazionale Picasso) – l’esposizione si nutre di uno straordinario rapporto tra spazio, opere e allestimento; circa cinquecento produzioni (disegni, dipinti, sculture, ceramiche e documenti creativi) che dialogano sapientemente tra loro sino a svelare l’inatteso: l’influenza di Rodin sulla produzione artistica di Picasso e alcune “casuali” similitudini fra i due autori. Similitudini che traggono origine da una vis creativa eccezionale e che prendono la forma del piacere di lavorare nel ritiro del proprio atelier[1], di sperimentare forme e materiali diversi, di riprodurre una stessa opera numerose volte (le famose serie) e, last but not least, della comune fascinazione per il corpo femminile.

Idolo o feticcio, la figura femminile diviene oggetto di quella stessa pulsione che incontra il proprio soddisfacimento nella rappresentazione del desiderio fisico o nella ricerca formale. Ricerca che, indipendentemente dal mezzo con cui si esprime, conduce Rodin a rendere omaggio al corpo femminile e Picasso a erotizzarlo (Mattiussi, 2021)

 

 

[1] Rodin a Meudon e Picasso a Boisgeloup in Normandia prima e a Villa La Californie (Cannes) dopo.

Photo: Silvia Mondini Nudo con bouquet d’Iris e specchio, Picasso, olio su tela 1934, ,, (Museo Picasso, Parigi). Donna accucciata, gran model Rodin (1904-1908) (Museo Rodin, Parigi)
Photo: Silvia Mondini
Nudo con bouquet d’Iris e specchio, Picasso, olio su tela 1934, ,, (Museo Picasso, Parigi).
Donna accucciata, gran model Rodin (1904-1908) (Museo Rodin, Parigi)
Il Bacio, Picasso, olio su tela, Mougins1969(Museo Picasso, Parigi) Il Bacio, Rodin, gesso, 1888-1889(Museo Rodin, Parigi)
Il Bacio, Picasso, olio su tela, Mougins1969(Museo Picasso, Parigi)
Il Bacio, Rodin, gesso, 1888-1889(Museo Rodin, Parigi)

Attraversate da un comune fil rouge, le due esposizioni si focalizzano su aspetti diversi che richiamano il carattere della colleziona permanente: la crisi della rappresentazione artistica all’inizio del XX e le soluzioni elaborate per superarla (l’espressionismo plastico del maestro francese e il linguaggio cubista di quello spagnolo) al Museo Rodin, la presentazione del lavoro in atelier e degli aspetti più intimi del processo creativo al Museo Nazionale Picasso. Ed è proprio all’interno del Museo Salé che abbiamo modo di comprendere quanto l’arte prodotta in serie costituisca per entrambi il vettore privilegiato per esplorare la perenne metamorfosi di un tema e/o la continua elaborazione del pensiero che ad esso si collega. Un’attitudine, questa, che pone la questione della genesi dell’opera d’arte al centro del processo creativo, valorizza il potenziale euristico della ripetizione e si collega alla famosa avversione di entrambi nei confronti dell’opera finita.

Motore di queste righe è, però, la meraviglia; quel vissuto di sorpresa legato all’idea di un’influenza di Rodin sulla produzione artistica di Picasso e di un suo estendersi ben oltre quel periodo che Werner Spies (2000), uno dei più autorevoli storici dell’arte del XX secolo, definisce rodiniano[1]. Una prospettiva inattesa tanto da pormi nella condizione di scoprire, cercando tra libri cataloghi e ricordi, se lo stupore fosse legato ad un’ignoranza tutta mia o all’originalità della tesi.

Si narra che tra i due poliedrici artisti, entrambi abili nel lavorare per “opera di porre e di levare” (Freud,1904), non vi sia mai stato alcun legame diretto o mediato da frequentazioni artistiche in comune anche se ciascuno, ovviamente a modo proprio, ha avuto contatti con il movimento dei Fauves. Risultano invece documentate la visita del giovane Picasso all’Esposizione Universale di Parigi (1900) – teatro dell’ufficiale consacrazione di Rodin ad artista di fama internazionale – e un ritaglio di una delle tante riproduzioni della statua del Pensatore (1880-1903) appesa nel suo studio a Barcellona. Un segno, questo, della profonda ammirazione di Picasso per una delle opere più note del maestro francese alla cui forma e posa allude il dipinto Grande bagnante con libro (1937). 

 

 

[1] Il periodo rodiniano coincide con i primi soggiorni di Picasso a Parigi e quella produzione di inizio 900 caratterizzata dall’emergere di figure fortemente plastiche volte a favorire l’espressione delle emozioni; per certi versi presenta una certa sovrapposizione con il periodo blu e rosa.

Photo: Silvia Mondini Grande bagnante con libro, Picasso 1937; Museo Picasso, Parigi. Il Pensatore, (gesso) Rodin, 1903, Museo Rodin, Parigi.
Photo: Silvia Mondini
Grande bagnante con libro, Picasso 1937(Museo Picasso, Parigi)
Il Pensatore, (gesso) Rodin, 1903, (Museo Rodin, Parigi).

Il resto, finora, non è stato oggetto di ricerca; fa eccezione un recente dialogo presentato all’interno della Mostra “Picasso, Metamorfosi” (Milano, Palazzo Reale, 2018) nella Sezione intitolata “Mitologia del Bacio” dove le omonime opere di Rodin (1888-1889) e Picasso (1969) venivano poste in relazione con due preziosi frammenti antichi raffiguranti un bacio provenienti dal Louvre.

Comunque sia, a questa doppia esposizione comparativa, resta l’indiscutibile pregio di aver creato un dialogo tra autori che, mettendo in luce nessi, continuità e contrapposizioni, ci sollecita ad osservarli da una prospettiva inedita e capace di svelare il nuovo; quel nuovo (presunto o reale) che ci sorprende al di là della possibilità di condividere o meno la tesi che sottende la mostra o che da essa emerge: l’influenza di Rodin sulla produzione artistica di Picasso e il suo amalgamarsi con essa anche a distanza di molti anni dai suoi primi soggiorni a Parigi.

 

 

Bibliografia

Freud S. (1904), Psicoterapia. OSF, Vol. 4, Boringhieri, Torino (1989).

Mattiussi V. (2021), Eros et la métamorphose des corps in Rodin-Picasso. Ed.Gallimard, Paris (2021).

Spies W. (2000), Picasso-Sculptor. Ed. H. Cantz. Berlin (2000)

 

 

Silvia Mondini, Padova

Centro Veneto di Psicoanalisi

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